Azzolina per la didattica in presenza, ma apre alle tecnologie

Azzolina per la didattica in presenza, ma apre alle tecnologie

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In più occasioni la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina ha espresso la sua convinzione che la scuola in presenza sia “fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado” e in una intervista a Rtl dello scorso 18 novembre ha ribadito che “sarò davvero soddisfatta quando tutti gli studenti saranno tornati in classe”. Ma “Ahimé”, ha poi aggiunto, “il ministro dell’Istruzione non può decidere sull’apertura o chiusura della scuola, decidono gli enti locali.

Poteva sembrare una condanna della DaD, ma poi, intervenendo nel question time in aula alla Camera dei Deputati Azzolina ha specificato esprimendo la convinzione che “la didattica a distanza rappresenti un’occasione, una sfida per realizzare la scuola del futuro”, anche se “questo però non può prescindere da una formazione adeguata dei docenti”.  Giusta osservazione, anche se poco messa in pratica in questi mesi, che potevano rappresentare l’occasione per un grande e organico piano di formazione sulle metodologie didattiche innovative per favorire un apprendimento attivo, anche con l’aiuto delle tecnologie (chi è interessato può scoprire il nuovo corso di Tuttoscuola su questi temi).

Il solito rinvio a tempo indeterminato? Forse no perché nello stesso giorno, il 18 novembre, un comunicato del MI dava notizia del varo del progetto #LeScuole, “con canali social dedicati che ospiteranno, ogni giorno, rubriche, interviste a dirigenti, docenti, studenti, approfondimenti, video” così da documentare e disseminare “esperienze ed eccellenze straordinarie che meritano di essere conosciute di più”. “A raccontarvi queste storie saranno i loro protagonisti”. Un’iniziativa che riecheggia molto “La scuola che sogniamo”, il progetto promosso da Tuttoscuola un anno e mezzo fa che annovera già numerosi dossier, webinar, approfondimenti al quale hanno aderito importanti partner, che evidentemente è piaciuto anche al Ministero.

In questo modo, al di là della disputa contingente sulla DaD, Lucia Azzolina dà atto del fatto che comunque “in questi mesi così particolari le scuole hanno reagito di fronte alle difficoltà, hanno colto l’occasione per accelerare l’innovazione, hanno dimostrato coraggio, fantasia”.

La stessa considerazione che ha indotto Tuttoscuola – che però lo ha fatto in tempo reale, già da fine febbraio 2020 – a lanciare un’altra iniziativa di solidarietà, #La scuola aiuta la scuola, finalizzata a sostenere le scuole in difficoltà grazie all’aiuto di scuole più attrezzate ed esperte. Iniziativa che ha messo in luce durante il lockdown una notevole e fino ad allora sottovalutata disponibilità all’innovazione.

Meno nostalgia per la scuola in presenza modello pre-Covid, più disponibilità e apertura a puntare decisamente sul modello misto, o ibrido, della DDI (Didattica Digitale Integrata) per fare un salto di qualità spostando il baricentro dall’insegnamento trasmissivo all’apprendimento coinvolgente, a partire dalla lezione in classe. Questa è la scommessa da vincere. Se le dichiarazioni della ministra Azzolina e di chi chiunque abbia o avrà responsabilità istituzionali nel governo della scuola vanno in questa direzione, ci troveranno al loro fianco. Altrimenti no.

Professione Docente

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