La situazione degli edifici scolastici in Italia è preoccupante: aule sovraffollate, strutture obsolete, temperature estreme sono solo alcuni dei problemi che affliggono il settore dell’edilizia scolastica.
Questo scenario, che mette a rischio la salute di studenti e insegnanti, potrebbe però subire una svolta positiva grazie alla nuova direttiva europea sulle “case green”, volta alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici.
La condizione attuale delle scuole italiane è allarmante. Con un’età media degli edifici di 53 anni, il 42% delle scuole risale a prima del 1976. Inoltre, un edificio scolastico su quattro è stato adattato per l’uso scolastico dopo essere stato concepito per altri scopi. Il XXII Rapporto nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici di Legambiente evidenzia che solo poco più della metà delle 40.000 strutture scolastiche in Italia ha adottato misure per ridurre i consumi energetici, e paradossalmente il 75% di esse è classificato tra le categorie energetiche più basse, E e G.
La soluzione potrebbe arrivare dall’Unione Europea, che sta imponendo un obbligo di rinnovamento agli Stati membri. A metà ottobre, il trilogo tra Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione Europea sulla Energy Performance of Building Directive (EPBD), conosciuta come la direttiva europea “case green”, ha trovato un principio d’accordo sulla riqualificazione energetica degli edifici pubblici. Sebbene alcune restrizioni siano state allentate, la direttiva rimane focalizzata sulla ristrutturazione prioritaria degli edifici in condizioni più critiche.
In base a un obiettivo di risparmio energetico, che sarà definito nei prossimi negoziati, ogni paese dell’UE dovrà sviluppare un piano nazionale per migliorare l’efficienza energetica di case, scuole e ospedali. In Italia, oltre il 40% del patrimonio edilizio scolastico necessita di miglioramenti significativi. L’euro parlamentare Rosa D’Amato sottolinea l’importanza della Direttiva EPBD, che pone l’accento sull’ammodernamento degli edifici italiani.
Il prossimo incontro tra Europarlamento, Consiglio e Commissione, previsto per il 7 dicembre, sarà cruciale per definire i livelli di risparmio energetico da raggiungere entro il 2030 e il 2035
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