Sono più di 35mila le domande di pensione da parte di docenti e Ata
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Sono più di 35mila le domande di pensione da parte di docenti e Ata

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Sono più di 35mila le domande di pensione da parte di docenti e AtaA questo numero vanno aggiunte alcune migliaia di domande di

accesso all’Ape social

 

Oltre 35mila domande di pensione da parte di docenti e personale Ata. Il Miur ha reso noto che nel complesso gli insegnanti che hanno presentato domanda per andare in pensione sono stati 25.246, mentre per quanto riguarda il personale Ata – gli amministrativi, i tecnici, i collaboratori scolastici e i Dsga – sono state inoltrate 7.936 domande. A questo numero vanno aggiunte alcune migliaia di domande di accesso all’Ape social, riservata nella scuola solo alle maestre dell’infanzia che curano alunni fino a 6 anni, ma soprattutto a coloro che verranno collocati a riposo d’ufficio o a seguito della domanda di accesso

L’Anief: anche quest’anno oltre 100mila supplenze annuali di lunga durata

L’associazione sindacale Anief mette in evidenza che gli oltre 35mila dipendenti che nel comparto scuola lasceranno il servizio per il pensionamento nel corso dell’anno vanno sommati agli attuali posti vacanti, alle 40mila cattedre di sostegno in deroga, ai 20mila spostati con l’ultima legge di Stabilità da organico di fatto a quello diritto. Risultato: anche quest’anno ci saranno ben oltre 100mila supplenze annuali di lunga durata, ricorda il sindacato.

«È assurdo – spiega Marcello Pacifico, Anief-Cisal – che dal 2019 si dovrà lavorare fino a 67 anni oppure avere, senza differenze, 43 anni di contributi per accedere alla pensione anticipata. Nella scuola il personale è sottoposto a un logorio tale che non può assolutamente perdurare fino a quasi 70 anni. Senza dimenticare – aggiunge il sindacalista – che docenti e Ata iniziano ad accumulare contributi non prima dei 30 anni: quasi nessuno potrà uscire attraverso la pensione di anzianità. Inoltre, la riforma Renzi-Giannini ha complicato ancora di più le cose, perché anziché assumere i precari, già selezionati, abilitati e formati, con effetto immediato – estendendo il doppio canale alle graduatorie, a partire dall’esaurimento di candidati nelle GaE ed in quelle di merito derivanti da concorso, colmando nel contempo i tanti posti vacanti – si è preferito puntare su un reclutamento “lumaca”: gli anni di formazione-concorso-supplenze (pagate per un biennio 400 euro al mese) sfioreranno, nella migliore delle ipotesi, il decennio».

© Riproduzione riservata

Fonte dell’articolo: IlSole24Ore

Professione Docente

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